di Monica Sabbadini (fotografie di Roberto Cadeddu)
Nella visione tantrica il corpo assume un ruolo fondamentale, in quanto riconosciuto emanazione del divino, unità multidimensionale, in cui convergono molteplici energie e facoltà. È il nucleo che conserva le forme che si sono succedute nella creazione, materializzazione di forze grossolane e sottili interconnesse.
Il tantrismo è una dottrina del tutto originale: si differenzia sostanzialmente dalle discipline yogiche ortodosse, costituisce un tessuto filosofico a sè stante, che ha conservato nel tempo -nonostante i tentativi di demonizzazione e la conseguente impopolarità- preziosi insegnamenti e rituali esoterici straordinari.
Non ha comportamenti morali né precetti a cui attenersi, abborrisce la logica e la razionalità, antagoniste della naturalezza dell’essere. È il culto della vita vissuta in ogni sfaccettatura, senza pregiudizi, paure e sensi di colpa, esaltandone le potenzialità, oltre i limiti imposti dalla mente.
Per il tantrika il corpo costituisce il campo sperimentale, il vero “testo” su cui applicarsi. I Tantra -preziosi testi pratici- lo confermano: le numerose immagini narrano di una cosmogonia centrata proprio su di esso. L’adepto è tenuto infatti, se vuole ottenere dei benefici, ad agire più che ad indottrinarsi. Il corpo non deve essere “pensato”, ma vissuto, potenziato ed impreziosito al massimo, attraverso atti e gesti consapevoli che abbiano come fine la purificazione e la liberazione dall’àncora mentale: prigione entro cui si è incatenati da schemi e abitudini, origine di ogni malessere.
La mente -meglio definita razio- ha snaturato il corpo (così come l’essere umano ha violentato la natura, in misura direttamente proporzionale all’allontanamento da se stesso) e si sono create delle fratture alla base apparentemente insanabili: le malattie ne sono una dimostrazione pratica. Ogni operazione mentale ha la sua ripercussione sul corpo poichè ne costituisce il riflesso. Da questo punto di vista è intuibile come esso risulti spesso “deformato” e intossicato, addirittura “virtuale” quando cerca di adattarsi ad immagini che non gli appartengono.
Il tantrismo insegna la semplicità: il gesto sacro, il suono con la vibrazione che gli è propria, la magia dei simboli e la consapevolezza del respiro, quale veicolo vitale, possono sanare le fratture generate dalle complicate istanze delle menti costitutive dell’individuo. Queste sono veri e propri sistemi organizzati di informazioni che definiscono l’essere subconscio, fisico, vitale, mentale e pischico.
I Tantra stimolano ad utilizzare l’energia sessuale quale propellente per l’elevazione spirituale: grazie ad essa, il corpo è giunto sulla terra per manifestare la magnificenza del creato e della creazione. Esso è un “progetto” di armonia, ma soprattutto è la scintilla della luce divina. Tra umano e divino non esiste una reale scissione, nonostante la visione duale del sistema nervoso binario.
Il corpo racchiude la perfezione dalla quale promana, l’energia primigenia, la Shakti cosmica, da cui si è separato con la “caduta”: l’incarnazione. La Madre dei Mondi crea il mondo amando, nell’estasi e nel compiacimento dell’amore e diviene materia per tramite del suo amato Shiva, che è già nell’uomo, il seme divino.
Le divinità tantriche principali sono infatti Shiva e Shakti, identificazione tra oggetto e soggetto, dinamismo e staticità, maschile e femminile, essenza e sostanza. Essi sono perennemente congiunti: perpetuano nell’atto sessuale l’estasi erotica ed amorosa che trascende il divenire illusorio e frammentato, le categorie spazio-temporali, al di là di ogni condizione di separatezza.
Praticando il tantrismo si ha la possibilità di soddisfare quell’antico e “incarnato” anelito di tornare alla sorgente. La sorgente è un “luogo” mistico, immanenete e trascendente. Non è da nessuna parte, ma è ovunque. Lì, in una condizione in cui -paradossalmente- si è totalmente al di fuori di sè, ma simultaneamente completamente dentro, è possibile celebrare la pace, la bellezza, l’unità, l’armonia in questa vita, recuperando pertanto l’essenza stessa dell’essere, sintesi dei suoi due atti costitutivi: vita e morte. Lì e qui, si puo’ ritrovare quella valenza d’immortalità, incisa nella materia ed espressa dai simboli. Questi, se e quando sono svelati, sono veri e propri codici esoterici, chiave per l’espansione della coscienza e veicolo della “visione”.
L’uso consapevole e guidato dell’energia sessuale, con tecniche adeguate, rappresenta la via del piacere e della gioia attraverso il corpo e alla sua ritrovata sacralità. Questa Forza-Coscienza, l’intelligenza stessa della natura, deve essere celebrata costantemente, per ripristinare l’equilibrio molto precario dell’essere umano.
In questo modo, semplice e naturale, si procede alla purificazione e alla rinascita.
Il tantrika, oltre le barriere che ha costruito, per paura della sua stessa natura molteplice ed istintiva, ritrova la leggerezza e la conoscenza per identità.
Aprendosi alla Shakti si riunisce alla Mente Suprema: nell’attimo del sempre, nell’immobilità del “qui ed ora”, partecipa costantemente all’Amore. È Amore manifesto, in un corpo e in una mente finalmente illuminati e riunificati, frutto di quel progetto di armonia.
Non è più alienato dal giudizio e dalla paura.
Paradossalmente egli/ella non è più, pur essendoci da sempre e per sempre, totalmente disgregato, ma con un’ identità più auntentica.
Libero/a.
La magia si è compiuta: l’Uno danza nel Tutto e il cuore del Tutto batte e respira nell’Uno.